,

H:iH:iJoint Venture Societaria

Descrizione

Progettare la joint venture e scegliere il potenziale partner

La decisione di avviare una joint venture è normalmente fondata sulla consapevolezza che, in determinate circostanze, essa rappresenta uno strumento migliore e più efficace per raggiungere gli obiettivi strategici per lo sviluppo della propria impresa, considerando che gli sforzi, e gli investimenti necessari per conseguire tali obiettivi, nonché i potenziali rischi derivanti da un possibile insuccesso, sono condivisi con un’altra parte, un co-venturer.

Lo studio di un progetto di joint venture comporta una serie di verifiche di carattere preliminare. La prima è quella relativa alle caratteristiche che dovrebbe avere il partner a cui proporre l’ipotesi di collaborazione. Evidentemente dovrebbe trattarsi di una società che sia in grado di apportare un contributo sostanziale al buon esito della «comune impresa», e che possegga quindi delle risorse, delle capacità e degli obiettivi complementari o comunque compatibili con quelli che la nostra società intende realizzare.

Deve poi trattarsi di una società il cui management sia disponibile ed avvezzo a far crescere la propria azienda attraverso delle cooperazioni di lunga durata, che, in quanto tali, presuppongono sempre e comunque, una qualche limitazione alla libertà decisionale dei singoli partecipanti, e non già una società che preferisca invece perseguire delle ipotesi di crescita per linee esterne, attraverso delle mere acquisizioni societarie, più costose certo, ma che hanno spesso il pregio di mantenere inalterato, ed illimitato, il potere del management della società che effettua l’acquisizione, senza più di tanto doversi confrontare e scendere a patti, con delle culture manageriali diverse dalla propria.

Una impresa italiana che abbia deciso di avviare una joint venture con un partner straniero deve poi avere ben chiaro che l’atteggiamento da adottare nell’impostare il rapporto con il potenziale co-venturer deve essere abbastanza diverso rispetto a quello altrimenti utilizzato nel corso di relazioni commerciali di natura più semplice, seppur tutte accomunate dallo scopo di aumentare le proprie esportazioni verso nuovi mercati.

Considerato che la decisione di costituire una joint venture presuppone la necessità di ricercare l’aiuto ed il supporto di un altro partner, sarebbe del tutto miope e controproducente cercare nella negoziazione non tanto e non soltanto di preservare e cautelare i propri legittimi diritti ed interessi ma addirittura di indebolire le posizioni dell’altra parte, quasi che il beneficio atteso dovesse giungere principalmente a scapito dell’altro partner e non già dal proficuo andamento della joint venture.

Se un’impostazione equa e bilanciata nei confronti del partner è necessaria per consentire il buon fine della negoziazione e per assicurare un buon rapporto delle parti durante la vita della joint venture, contrattuale o societaria che sia, altrettanta attenzione occorre comunque porre, specie durante la fase di negoziazione e redazione dei testi contrattuali, al fatto che una tale impostazione sia condivisa da tutti i partner (e se durante la negoziazione dovessimo accorgerci che il nostro partner non la condivide, ma che anzi cerca di accaparrarsi posizione di forza e di addossare alla nostra società tutti i rischi della comune (ad)venture probabilmente dovremmo ripensare, se non al progetto di joint venture, quantomeno alla scelta delpartner).

Per maggiori informazioni sulla joint venture come strumento operativo e di penetrazione di nuovi mercati iscriviti al convegno di Synergia Formazione

Convenienza della Delocalizzazione 

Milano, 28 Maggio  Starhotels Ritz

 

Fonte: Studio legale Riva
Visualizza Articolo

Orario

() H:i - H:i

Menu
X